Derivati


STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI



Per strumento finanziario derivato si intende un titolo finanziario che deriva il proprio valore da un altro asset finanziario o da un indice chiamato sottostante (azioni, indici finanziari, valute materie prime, ecc.) Quindi la loro ragione di esistere e il loro valore dipendono esclusivamente dal c.d. sottostante, vedasi art. 1 co. 3° D.Lgs. 58/1998 Testo Unico Finanziario.

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Vi sono svariate tipologie di derivati sul mercato, ma quelli più noti sono i futures (contratti a termine), swaps, opzioni e i CFD (contratti per differenza).


Futures (contratti a termine)

Si tratta di un contratto che prevede un accordo tra due soggetti che implica la consegna o il pagamento  in relazione al sottostante (prodotto finanziario o merci) ad un prezzo e in una data (scadenza) prefissati. Le variazioni del c.d. sottostante implicano e costituiscono il rendimento e/o la perdita di un contratto a termine. In altri termini, per colui che agisce come acquirente, e si impegna all'acquisto di un certo bene o prodotto finanziario in base ad un prezzo già prefissato con una scadenza specifica, il rischio assunto è costituito dal deprezzamento del bene; infatti dalla data della stipula del contratto il bene oggetto di transazione nel frattempo potrebbe deprezzarsi rispetto al prezzo preventivamente fissato nel contratto, comportando ipso facto una perdita economica in capo all'acquirente, costretto ad acquistarlo comunque allo scadere della data prefissata; per contro qualora il prodotto dovesse apprezzarsi l'acquirente realizzerebbe un profitto; per il venditore invece vale l'esatto contrario: risulterebbe infatti in perdita qualora il sottostante si apprezzasse, in quanto sarebbe comunque costretto a vendere il prodotto al prezzo indicato dal contratto, ed in quella data fissata; al contrario il venditore realizzerebbe un profitto qualora il valore del sottostante diminuisse rispetto al valore indicato nel contratto a termine.

In borsa i contratti futures sono standardizzati sia per oggetto, scadenza e regole, pertanto gli investitori possono definire solo il rezzo a cui vogliono acquistare o vendere. 


Swap

Si tratta di scambi di flussi di pagamenti (flussi di cassa) in determinate date già prefissate. I pagamenti possono essere effettuati anche con valute diverse tra loro, ed il loro ammontare è determinato proprio dal sottostante.

Gli swap non sono negoziati sui mercati regolamentati.

Come si diceva, l'elemento di riferimento è il sottostante che determina anche la tipologia di swap:

  • Currency swap (scambio valute): in questo caso le parti si scambiano il capitale ed interessi, con la particolarità di specificare sia per il capitale, sia per gli interessi a tasso variabile divise (valute) diverse; 
  • Interest rate swap: si tratta di contratti in cui le parti si scambiano pagamenti periodici di interessi calcolati in base ad una specifica somma di denaro (notional principal amount) per un periodo predeterminato che costituisce anche la durata del contratto; solitamente uno dei due flussi di pagamento è basato su un tasso di interesse fisso, mentre l'altro è indicizzato su un tasso variabile. Proprio le variazioni del tasso variabile (sottostante) costituiscono il rendimento e/o le perdite dell'operazione di swap;
  • Credit default swap (CDS): sono contratti in cui un soggetto a fronte di pagamenti periodici effettuati a favore di una controparte si protegge dal rischio di credito in relazione ad un determinato sottostante che può essere costituito da una singola operazione, ovvero un intero portafoglio di strumenti finanziari. La finalità è la copertura dei rischi associati ad una specifica operazione;
  • Asset swap: sono definiti tali, i contratti in cui le parti si scambiano pagamenti periodici liquidati in base ad un titolo obbligazionario (asset) di proprietà di una delle parti. Il detentore dell'obbligazione è tenuto a corrispondere l'interesse a tasso fisso ad essa collegato, mentre l'altra parte riceve sì l'interesse, ma è tenuta a sua volta a pagare l'interesse a tasso variabile. A seconda dell'andamento del tasso di interesse vi sarà un rendimento e/o una perdita in capo alle parti che hanno sottoscritto l'asset swap. 


Opzioni

Si definisce contratto di opzione il diritto, ma non l'obbligo di comprare (opzione call) o vendere (opzione put) una predefinita quantità di un bene (c.d. sottostante) ad un prezzo predefinito (strike price) da esercitarsi entro una certa data (scadenza).

Il bene sottostante deve essere scambiato su un mercato regolamentato con quotazioni ufficiali, ad esempio può essere un valido sottostante il valore di azioni, obbligazioni e valute, ovvero la quotazione dell'oro, petrolio e grano, ecc.

Nel momento un cui il compratore deciderà di esercitare il proprio diritto ovvero di acquistare (call)  il suo ricavo consisterà nella differenza tra il prezzo attuale del sottostante (spot) e il prezzo indicato nel contratto di opzione; mentre se deciderà di vendere (put) il guadagno consisterà nella differenza tra il prezzo determinato nel contratto di opzione e l'attuale prezzo del sottostante;

Esistono anche dei titoli che incorporano un contratto di opzione chiamati covered warrant che vengono emessi da istituti bancari o fondi di investimento.


CFD (Contract for Difference)

Il CFD è un contratto per differenza in base al quale viene scambiata la differenza di valore di un certo titolo sottostante maturata tra il momento di apertura e la chiusura di un contratto. Viene utilizzato molto spesso nelle operazioni di trading online, accedendo ad una piattaforma di trading CFD, iscritte al registro della Consob. Si tratta quindi, segnatamente, di un rapporto tra broker e trader, in cui il trader ottiene un guadagno nel caso in cui il titolo sottostante abbia raggiunto il risultato preventivamente ipotizzato (non importa se in rialzo o in ribasso); per contro ci sarà una perdita per il trader laddove il mercato vada in direzione opposta a quanto inizialmente previsto. Infatti il CFD replica fedelmente l'andamento del titolo, oppure l'andamento del tasso di cambio, piuttosto che l'andamento di una criprovaluta, come ad esempio il Bitcoin. Il vantaggio di questo strumento è che è facilmente negoziabile e può essere utilizzato in modo profittevole anche dalle quotazioni in ribasso di un determinato titolo, aprendo una posizione di tipo "short" o vendita. A differenza del trading sulle azioni, i CFD non comportano il possesso dei titoli, e per di più, generalmente, questo tipologia di contratti non ha scadenza, e quindi il trader potrà tenere aperta la propria posizione per quanto riterrà necessario, oppure chiuderla anche dopo pochi minuti.


FINALITA'

Le finalità sottese all'impiego di un derivato sono molteplici ma principalmente possono essere riassunte come segue:

  • Per coprire e/o ridurre un rischio finanziario di un portafoglio (hedging);
  • Per finalità speculative al fine di cogliere eventuali differenze di valore (arbitraggio) attraverso transazioni sul derivato e sul sottostante;
  • Assumere maggior esposizione al rischio nelle transazioni di borsa per finalità sempre speculative.

GIURISPRUDENZA

Per quanto riguarda gli Interest rate swap, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite con la sentenza n°8770/2020 si è pronunciata sulla validità di questa tipologia di derivati, imponendo però una serie di rilevanti modifiche nella tecnica di redazione di questi strumenti finanziari. Infatti la Cassazione ritiene che prima di far sottoscrivere i contratti, gli intermediari finanziari devono aver fornito ai propri clienti sia pubblici che privati informazioni chiare e trasparenti a pena di nullità, in merito alla causa concreta del derivato, indicando segnatamente: 1. la stima del valore di mercato attribuita al contratto; 2. i costi impliciti che gravano sul cliente; 3. gli scenari relativi al rischio in termini di probabilità da effettuarsi al momento della sottoscrizione. Si sono introdotti così nuovi requisiti informativi con efficacia retroattiva, in grado di comportare seri problemi a livello coordinamento con norme e principi europei. Ad esempio, la precisa richiesta di  descrivere nel dettaglio i vari scenari in termini probabilistici, inserendo rigorosi modelli matematici potrebbe violare la libera prestazione di servizi, giacché tale livello di dettaglio non è contemplato dalle direttive europee in materia di strumenti finanziari (Mifid I e II); anche la sanzione stessa di nullità potrebbe costituire quindi un limite indiretto alla prestazione di servizi. La questione assume ancora più rilievo, se si tiene conto che gli intermediari finanziari che hanno stipulato tali contratti sono per lo più società estere che operano in Italia. Ne consegue che gli intermediari potranno chiedere ai giudici nazionali di porre una questione di pregiudizialità alla Corte di Giustizia UE, affinché possa pronunciarsi sulla compatibilità del diritto italiano, così come interpretato dalla Corte di Cassazione, con le norme e i principi di diritto europeo. Tuttavia la questione rimane aperta e si attendono sviluppi piuttosto interessanti sul coordinamento delle norme nazionali con quelle europee.


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