L'intelligenza artificiale applicata all'ambito legale
L'Intelligenza Artificiale (AI) si sta ritagliando sempre di più un margine operativo anche nel settore legale, grazie alle sue peculiarità nell'analizzare, gestire e controllare grandi flussi di dati (big data).
Grazie a complicati algoritmi e alle c.d. reti neurali il software è in grado di esaminare in pochi secondi una grandissima mole di dati (es. banche dati giuridiche) e di elaborare in tempi rapidissimi una soluzione piuttosto attendibile, giustificandola con innumerevoli riscontri (ad es. sentenze di merito e/o di legittimità che applicano il medesimo principio di diritto). In sostanza si tratta di insegnare alla macchina di acquisire una serie innumerevole di dati (input) e di cercare all'interno di questi dati elementi utili per selezionare le informazioni che riteniamo essenziali (output). Alcuni si spingono oltre parlando di "giustizia predittiva", ovvero la capacità del software di "predire" il corso di una causa attraverso, appunto, un algoritmo che esamini casi similari e/o sovrapponibili, riuscendo in tal modo a "predire" l'esito della vertenza.
Ovviamente il grado di attendibilità di questo sistema computazionale sarà proporzionato alla quantità di dati che gli saranno offerti, in altri termini, più sono i dati, maggiore sarà la precisione della risposta (output).
Comunque, attualmente le applicazioni non finiscono qui, in quanto il software è perfettamente in grado anche di aiutare il professionista a redigere un contratto, fornendogli in tempo reale tutte le informazioni necessarie per ogni clausola contrattuale, suggerendo addirittura modifiche secondo la normativa di un singolo paese e/o in base all'interpretazione giurisprudenziale della norma sottesa a quella clausola specifica.
Ciononostante l'Intelligenza Artificiale non può ancora sostituire l'intuito umano, perché il diritto non è come una somma algebrica, dato che le variabili in gioco sono innumerevoli e difficilmente individuabili nella loro interezza dal software, anche se, bisogna ammettere che per svolgere specifici lavori ripetivi, come il controllo dei documenti, potrebbe diventare quasi uno strumento insostituibile.
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